I disordini del metabolismo delle lipoproteine si incontrano frequentemente nella pratica clinica.
Sebbene le forme gravi di iperlipidemie genetiche siano relativamente poco frequenti, il pronto riconoscimento e trattamento può permettere di prevenire le complicanze, come l’aterosclerosi e la pancreatite.
Le dislipidemie secondarie, dovute a trattamenti farmacologici o ad altri disordini metabolici ( ipotiroidismo, malattie epatiche e renali ), devono essere identificate e trattate.
Inoltre la dislipidemia è una componente della sindrome metabolica.
L’ipercolesterolemia nel corso della vita è strettamente associata ad un aumento del rischio di aterosclerosi e di morte per malattia coronarica, sebbene il parametro più importante alla base della decisione di sottoporre un soggetto a trattamento farmacologico sia rappresentato dal rischio cardiovascolare assoluto a 10 anni.
Gli studi clinici hanno fornito ampia evidenza riguardo al trattamento intensivo dei pazienti ad alto rischio cardiovascolare o alla prevenzione secondaria della malattia coronarica ricorrente.
La novità è rappresentata dai dati dello studio JUPITER, che ha mostrato che i pazienti con elevati livelli della proteina C-reattiva possono trarre beneficio dal trattamento con una statina, ed in particolare dalla Rosuvastatina ( Crestor ) 20 mg/die, nella prevenzione cardiovascolare primaria.
Pertanto, sebbene le attuali lineeguida per la prevenzione della malattia coronarica continuino a sottolineare l’importanza del rischio globale, la storia familiare e i livelli della proteina C-reattiva ad alta sensibilità ( hs-CRP ) forniscono elementi aggiuntivi per la stratificazione del rischio. ( Xagena2009 )
Alwaili K et al, Curr Opin Endocrinol Diabetes Obes 2009; 16: 132-140
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