I dati a un anno degli endpoint esplorativi prespecificati degli eventi cardiovascolari negli studi di estensione, in aperto, di fase 2 ( OSLER-1 ) e di fase 3 ( OSLER-2 ) condotti con Evolocumab ( Repatha ), un nuovo farmaco per la riduzione del colesterolo LDL, sono stati presentati al 64th Annual Scientific Session dell’American College of Cardiology ( ACC ) , e pubblicati sul New England Journal of Medicine ( NEJM ).
E’ stata anche presentata una analisi a due anni dei dati di sicurezza e tollerabilità su Evolocumab, un inibitore PCSK9 ( proproteina convertasi subtilisina/kexina di tipo 9 ), tratti dallo studio OSLER-1.
I dati degli endpoint esplorativi prespecificati negli studi OSLER-1 e OSLER-2 hanno mostrato che Evolocumab associato alla terapia standard ( SOC ), riduce gli eventi cardiovascolari ( 0.95% con Evolocumab in associazione alla terapia standard vs 2.18% con la sola terapia standard ) nel corso di un anno.
Gli eventi avversi ( maggiori o uguali all’1% nel gruppo Evolocumab più terapia standard e più frequenti nel gruppo Evolocumab più terapia standard di almeno l’1% ) hanno compreso: artralgia, cefalea, dolore alle estremità e fatigue.
L'analisi degli eventi cardiovascolari è basata sui risultati esplorativi degli studi OSLER in corso.
Evolocumab in aggiunta alla terapia standard ha ridotto i livelli di colesterolo LDL del 61% rispetto alla sola terapia standard.
OSLER-1 e OSLER-2 sono studi di estensione, in aperto, disegnati per valutare gli effetti a lungo termine di Evolocumab.
Questi studi hanno arruolato 4.465 pazienti, che avevano completato uno di 12 studi di fase 2 e 3 con Evolocumab. Di questi, 2.976 erano stati randomizzati a Evolocumab per via sottocutanea al dosaggio di 140 mg ogni due settimane oppure al dosaggio di 420 mg al mese, più la terapia standard; 1.489 erano stati randomizzati alla sola terapia standard per la durata di un anno.
Al basale, il valore mediano di colesterolo LDL era di 120 mg/dL; circa il 70% dei pazienti negli studi di estensione era in terapia con statine al basale.
Evolocumab associato alla terapia standard ha ridotto gli eventi cardiovascolari ( mortalità, infarto miocardico, angina instabile che richiedeva ospedalizzazione, rivascolarizzazione coronarica, ictus e attacco ischemico transitorio [ TIA ] o scompenso cardiaco richiedente ospedalizzazione ) verso la sola terapia standard ( rispettivamente, 0.95% vs 2.18% nell’arco di un anno ), con un consistente effetto sulla mortalità, eventi coronarici e cerebrovascolari, così come nei sottogruppi ( es. età, sesso, livello basale di colesterolo LDL, uso delle statine, valutazione del rischio secondo il National Cholesterol Education Program [ NCEP ] ).
Gli eventi avversi con una frequenza di almeno l'1% nel braccio Evolocumab più terapia standard e che erano più frequenti ( almeno l'1% ) comprendevano: artralgia ( 4.6% con Evolocumab più terapia standard vs 3.2% con terapia standard ), cefalea ( 3.6% vs 2.1% ), dolore alle estremità ( 3.3% vs 2.1% ) e fatigue ( 2.8% vs 1.0% ).
Gli eventi avversi di interesse comprendevano reazioni avverse di tipo muscolare ( 6.4% con Evolocumab più terapia standard vs 6.0% con terapia standard ), reazioni al sito di iniezione ( 4.3% con Evolocumab più terapia standard; non-disponibili con terapia standard ) ed eventi neurocognitivi ( 0.9% con Evolocumab più terapia standard vs 0.3% con terapia standard ).
Rispetto alla sola terapia standard, Evolocumab più terapia standard ha ridotto il colesterolo LDL del 61% con una mediana di 48 mg/dL.
In questa analisi, l'esposizione mediana nel primo anno degli studi di estensione è stata di 11.1 mesi.
I dati dello studio OSLER-1 hanno mostrato che Evolocumab ha mantenuto la sua efficacia per un periodo di due anni e non sono stati individuati rischi per la sicurezza.
In questo studio iniziato nell’ottobre del 2011, 1.104 pazienti che avevano completato gli studi controllati in doppio cieco, sono stati randomizzati a ricevere, in aperto, terapia standard ( n=370 ) oppure terapia standard associata a Evolocumab ( n=734 ) alla dose di 420 mg somministrata una volta al mese per un anno.
Dopo il primo anno, tutti i pazienti sono stati trattati con Evolocumab una volta al mese in associazione alla terapia standard.
Alla fine dei due anni, 590 pazienti stavano ancora ricevendo Evolocumab, con un tasso di persistenza dell’80%.
Tra i pazienti a cui era stato somministrato Evolocumab per l’intero periodo dei due anni, 33 ( 4.5% ) hanno interrotto il trattamento a causa di un evento avverso.
La sicurezza e la tollerabilità sono risultate paragonabili a prescindere dal livello di colesterolo LDL raggiunto.
L’abbassamento dei valori di colesterolo LDL si è mantenuto per oltre due anni, con una riduzione del 54% alla 52.a settimana, e del 52% alla 124.a settimana.
Evolocumab è un anticorpo monoclonale interamente umano che inibisce la proproteina convertasi subtilisina/kexina di tipo 9 ( PCSK9 ).
PCSK9 è una proteina che ha come bersaglio i recettori LDL per la degradazione e quindi riduce la capacità del fegato di rimuovere il colesterolo LDL dal sangue.
Evolocumab è progettato per legarsi a PCSK9 e inibisce PCSK9 dal legarsi ai recettori LDL sulla superficie del fegato.
In assenza di PCSK9, ci sono più recettori LDL sulla superficie del fegato per rimuovere il colesterolo LDL dal sangue. ( Xagena2015 )
Fonte: Amgen, 2015
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