L’importanza di valutare vari marcatori emergenti legati ai lipidi per la predizione dei primi eventi cardiovascolari è oggetto di dibattito.
È stato condotto uno studio per determinare se l’aggiunta di informazioni su apolipoproteina B e apolipoproteina A-I, lipoproteina(a) o fosfolipasi A2 associata a lipoproteina a colesterolo totale e al colesterolo HDL possa migliorare la predizione del rischio di malattia cardiovascolare.
Sono stati raccolti dati individuali relativi a 165.544 partecipanti con malattia cardiovascolare coinvolti in 37 coorti prospettiche ( anni di reclutamento: 1968-2007 ) con fino a 15126 esiti di malattia cardiovascolare incidenti fatali o non-fatali ( 10132 coronaropatie e 4994 ictus ) durante un follow-up mediano di 10.4 anni.
Le principali misure di esito erano la discriminazione di esiti di malattia cardiovascolare e la riclassificazione dei partecipanti in categorie di rischio prestabilite a 10 anni: rischio basso ( inferiore a 10% ), intermedio ( da 10% a meno di 20% ) ed elevato ( uguale o superiore a 20% ).
L’aggiunta di informazioni su vari marcatori lipidi-correlati a colesterolo totale, colesterolo HDL e a altri fattori di rischio convenzionali ha portato a un miglioramento nel potere di discriminazione del modello: cambiamento dell’indice C, 0.0006 per la combinazione di apolipoproteina B e A-I; 0.0016 per lipoproteina(a) e 0.0018 per massa di fosfolipasi A2 associata a lipoproteina.
I miglioramenti netti nella riclassificazione sono risultati inferiori all’1% con l’aggiunta di ciascuno di questi marcatori ai punteggi di rischio contenenti fattori di rischio convenzionali.
È stato stimato che per 100.000 adulti di età uguale o superiore a 40 anni, 15436 sarebbero stati inizialmente classificati come a rischio intermedio utilizzando solo i fattori di rischio tradizionali.
Ulteriori valutazioni con una combinazione di apolipoproteina B e A-I ne riclassificherebbero l’1.1%; con lipoproteina(a), il 4.1% e con massa di fosfolipasi A2 associata a lipoproteina, il 2.7% a un rischio di malattia cardiovascolare uguale o superiore al 20% e, di conseguenza, indicherebbero la necessità di un trattamento con statine in base alle linee guida Adult Treatment Panel III.
In conclusione, in uno studio di soggetti con malattia cardiovascolare nota, l’aggiunta di informazioni sulla combinazione di apolipoproteina B e A-I, lipoproteina(a) o massa di fosfolipasi A2 associata a lipoproteina, ai punteggi di rischio che contengono colesterolo totale e colesterolo HDL ha portato a un lieve miglioramento nella predizione della malattia cardiovascolare. ( Xagena2012 )
Emerging Risk Factors Collaboration, JAMA 2012; 307: 2499-2506
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