Alcuni dei farmaci impiegati nel trattamento dell’obesità sono risultati associati a grave morbidità e ad un aumento della mortalità.
Problemi di sicurezza hanno comportato il ritiro di Aminorex, delle fenfluramine nel 1997 e della Fenilpropanolamina nel 2000.
Aminorex era associato ad un’aumentata incidenza di ipertensione polmonare, le fenfluramine ad un aumento dei casi di ipertensione polmonare e di valvulopatia, e la Fenilpropanolamina ad un aumentato rischio di ictus emorragico.
Diversi studi clinici hanno esaminato il profilo di sicurezza delle fenfluramine, ma il rischio-beneficio non è stato ancora definito in modo conclusivo, sebbene diversi studi clinici hanno confermato l’aumentato rischio di ipertensione polmonare e di valvulopatia nei pazienti trattati con le fenfluramine.
La popolazione a più alto rischio di questi eventi avversi è quella che ha assunto più alti dosaggi o quella con più lunga durata di esposizione alle fenfluramine, oltre ai soggetti con preesistente malattia cardiaca o con una predisposizione genetica.
I dati di efficacia e di sicurezza riguardanti l’Amfepramone e la Fentermina, ed il loro impiego nel trattamento dell’obesità sono limitati solo a brevi periodi.
Orlistat ( Xenical ) e Sibutamina ( USA, Meridia; Italia, Reductil ) sono gli unici trattamenti approvati per il trattamento di lungo periodo.
I pazienti trattati con Sibutramina dovrebbero essere attentamente monitorati per il possibile presentarsi di effetti cardiovascolari indesiderati, soprattutto nei pazienti con precedente malattia cardiaca. ( Xagena2006 )
Ioannides-Demos LL et al, Drug Saf 2006; 29: 277-302
Endo2006 Farma2006